polaroid al contrario

Da quando ho diciotto anni faccio fatica a ricordare tutto quello che sogno. Mi sveglio e il vuoto. Anni di sogni persi. Anni di roba strafigherrima che dovevo scrivere da qualche parte. Non credo di essere il primo a pensarlo. Ed il cedimento strutturale di questo ragionamento è che, alla mattina, non mi ricordo un cazzo. Cioè, ci sono stati dei momenti in cui alla mattina l’invadenza del giorno prima imprimeva nella mia testa il sogno. Mamma, mio fratello, le deliranti litanie di casa dei miei genitori. E poi gli anni e i tempi recenti, distopico distaccamento dalla vita reale e tranquilla. Questi due anni devastanti che ogni tanto, entrano nei miei sogni come degli intercity che mi sfondano il sonno in maniera devastante, con me che sto nel centro dei binari pensando che non mi farò male.

Ed allora ho capito come fare a ricordarmi a ricordare. Perché c’è un momento in cui, appena prima di aprire gli occhi, quando mi sveglio dopo un attimo discretamente lungo in cui riesco a dormire è tutto li, davanti ai miei occhi ancora chiusi, come un’istantanea che si sviluppa al contrario.

Cioè la vedo li davanti nitidissima, ma si sviluppa fino a sbiadire. Una polaroid al contrario che se ne va. Ed è straziante dover ricomporre quello che ho sognato ed imprimerlo nella mia memoria qualsiasi cosa sia stata, bella o brutta, per vivere il momento distraendomi sulla polaroid. Come quando ti imponi di non scattare foto per vivere l’attimo e poi le scatti lo stesso e ti perdi l'attimo.

Ed è straziante il fatto che per questo tu dimenticherai tutto. Perché a memorizzare i dettagli della foto che sta sparendo non avrai il tempo di guardare il sogno vero, quello che avevi fatto poche ore prima. E per fotografare la foto della foto dimentichi tutto.

Allora la tecnica è quella. Ad occhi ancora chiusi elimino la foto e vado al momento prima. E devo alzarmi in fretta ed aggiungere alla routine della mia mattinata un pezzo di carta, un computer, un registratore vocale. Hey google. Registra il mio sogno.

Magari fosse così semplice. Ma devo correre. O mi dimentico tutto. Non ho il tempo di mettere su un caffè. La foto sbiadisce in maniera ipnotica, ma non devo distrarmi. Non devo guardarla o è finita. Cosa sognavo prima della foto? Ah si. Mamma, papà, Angelo, Mia, Vera, e tutti gli altri.

Ok. Da oggi prima degli esercizi, dei lavori mattutini, delle pulizie che non riesco mai a fare se non nelle grandi occasioni c’è lo scrivere di quel momento prima della polaroid che sbiadisce lasciandomi li, nel letto come un coglione senza ricordi.

Buona lettura.

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